gluten free

Cosa (non) mangiare per non stare male

In base agli ultimi studi effettuati, la celiachia è un disturbo che interessa l’1% della popolazione, in Italia come nel resto del mondo. Quello delle 241.729 persone celiache presenti nel nostro Paese (dati del Ministero della Salute) è un valore sottostimato, perché secondo gli esperti mancherebbero 400mila casi non diagnosticati. 

La difficoltà della diagnosi è dovuta all’ampia varietà dei sintomi della malattia, nessuno dei quali è caratteristico. 

CELIACHIA: LA CAUSA È IL GLUTINE

La celiachia, che interessa in maggior numero le donne rispetto agli uomini, è una patologia infiammatoria intestinale cronica autoimmune. A scatenarla è il consumo di alimenti che contengono glutine, proteina presente in alcuni cereali (frumento, orzo, segale, farro, kamut, spelta e triticale). 

Questa sostanza, il glutine, si può trovare anche in alcuni prodotti confezionati (creme, sughi e cioccolato), in quanto svolge la funzione di additivo. In quest’ottica, garanzia di sicurezza per le persone celiache è il Registro Nazionale degli Alimenti Senza Glutine. 

Il consumo di alimenti contenenti glutine può causare diversi sintomi, più o meno pericolosi, che possono interessare vari organi. Le manifestazioni “classiche” sono gonfiore e dolore addominali, diarrea o stipsi, stanchezza e, a volte, anche vomito.

CELIACHIA: COSA PROVOCA AL CORPO

A volte la celiachia si manifesta con altri sintomi, provocati dall’infiammazione dei villi intestinali, la cui funzione consiste nell’assorbire i nutrienti dei cibi. La carenza di calcio e vitamina D indeboliscono ossa e i denti, mentre quella di vitamine B possono essere all’origine di lesioni interne alla bocca. Un ridotto assorbimento di ferro può essere causa di anemia sideropenica. 

Altri disturbi, provocati dalla celiachia, possono essere la perdita di capelli, la riduzione della fertilità, l’abortività spontanea e disturbi del comportamento alimentare. 

Una variante della malattia è la dermatite erpetiforme, che si contraddistingue per le caratteristiche lesioni cutanee, che regrediscono quando si elimina il glutine dalla dieta. Inoltre, le persone celiache hanno la tendenza a sviluppare patologie autoimmuni, quali diabete di tipo 1, lupus e tiroidite.

LA CURA? ELIMINARE IL GLUTINE

In caso di sospetta celiachia, per arrivare alla diagnosi è necessario sottoporsi prima a un test del sangue e sulle feci, in cui è valutata la presenza di specifici anticorpi (Ttg, anti-transglutaminasi, Aga, anti-gliadina ed Ema, anti-endomisio), quindi a una biopsia intestinale. Si tratta di un prelievo di una piccolissima porzione di quest’organo per osservare l’eventuale atrofizzazione dei villi. 

L’unica cura a disposizione per questa malattia consiste nel seguire una dieta priva di glutine. Alternative naturali ai cereali che lo contengono sono, per esempio, il mais e il riso.